Altra ferita per Roma: camion e bancarelle tornano a Piazza Navona

Leggo con profondo rammarico che la lunga lotta contro lobby, interessi e malaffare a Roma segna un’altra sconfitta per la società civile.

Durante la mia sindacatura, con un lungo lavoro e molto impegno, riuscimmo a liberare i monumenti della Capitale d’Italia da bancarelle e camion bar, restituendo anche il giusto decoro a Piazza Navona, una delle più belle piazze del mondo.

Non fu semplice scardinare la rete delle potenti famiglie che, a Roma, gestivano da anni un business milionario. Dovetti persino difendermi in Tribunale penale, dopo la fine del mio mandato (e quindi come un qualunque cittadino) per il presunto reato di abuso d’ufficio. Il processo arrivò fino alla Cassazione, dove venne giudicato colpevole chi mi aveva denunciato.

Concordo con il dott. Di Paolo: il centro di Roma, soprattutto durante festività e manifestazioni, va animato e reso elegante: basterebbe scegliere le attività con attenzione al valore e alla qualità e non trasformare le bellissime piazze capitoline in luoghi di sagre di basso livello. Sarebbe, come feci nel 2014-2015, un bellissimo segnale per chi vive a Roma e per chi la visita. Inoltre, cancellerebbe dall’offerta commerciale chi offre soluzioni non all’altezza della Capitale d’Italia.

Spero davvero che questi principi di civiltà possano essere ripresi e che Roma possa lasciarsi alle spalle le troppe dinamiche incancrenite che, spesse volte, non permettono di sognare in grande.

Camion e bancarelle a Piazza Navona

Per maggiori approfondimenti vi invito alla lettura dell’articolo del dott. Di Paolo

In piazza Navona con i Tredicine, tra tiroassegno e paccottiglia: la resa di Gualtieri – la Repubblica

Vi allego anche altri articoli che raccontano la vicenda dal suo inizio

Raggi: “Sui camion bar ringrazio Marino”. I collaboratori dell’ex sindaco: “Il tempo è galantuomo” – la Repubblica

Bancarelle shock a Roma, regole in vista – la Repubblica

Roma, quella lobby di caldarrostai pronti a saltare sul carro 5S – la Repubblica

Autore dell'articolo: Ignazio Marino