Oggi, con l’approvazione della delibera in giunta, abbiamo dato il via al riordino di una parte del patrimonio immobiliare di Roma Capitale.
L’atto riguarda 860 immobili del patrimonio indisponibile in concessione, che attualmente vengono utilizzati per numerose finalità, anche di carattere commerciale o abitativo e non solo per lo svolgimento di iniziative e servizi di interesse pubblico.
Il criterio ispiratore della delibera è tanto semplice quanto rivoluzionario: il Patrimonio immobiliare di Roma Capitale costituisce una risorsa fondamentale per tutta la città e va valorizzato come “bene comune”. Perciò con la delibera approvata oggi abbiamo stabilito che i beni del patrimonio indisponibile devono essere assegnati con procedure a evidenza pubblica, garantendo equità e trasparenza nelle assegnazioni, mettendo così fine a ogni opacità o discrezionalità nelle modalità di attribuzione delle concessioni e garantendo maggior controllo sui servizi offerti alla comunità.
Il percorso di riordino di quei beni seguirà una precisa progressione. Partiremo con riacquisire i beni per i quali è stato già definito un provvedimento di rilascio, per metterli subito a bando. Seguirà il recupero dei beni utilizzati per attività commerciali, professionali, imprenditoriali non ricollegabili a quelle di natura prevalentemente socio-culturale. Successivamente, per i beni a destinazione urbanistica e catastale di tipo commerciale o residenziale, sarà valutato l’eventuale passaggio, dalla categoria del patrimonio indisponibile a quella del patrimonio disponibile.
Quanto ai beni utilizzati per attività o servizi di interesse pubblico poi, saranno avviate le procedure per riportarle sotto il controllo dell’amministrazione, con successiva messa a bando, tenendo conto dell’utilità dei servizi svolti per la collettività. Infine, come ultimo intervento, saranno rinnovate le concessioni, ma con adeguamento dei canoni, per Enti o organismi che svolgono comprovate attività socialmente utili di interesse cittadino o municipale su delega o per conto di Roma Capitale, o Enti e Organizzazioni internazionali riconosciute dall’Onu.
In ogni caso gli utilizzatori continueranno a corrispondere l’indennità di occupazione relativa all’utilizzo del bene fino all’effettivo rilascio. Inoltre saranno avviate le procedure per il recupero delle morosità e gli utilizzatori morosi saranno esclusi dalla partecipazione ai bandi pubblici, fatta salva la possibilità di mettersi in regola in un tempo di 250 giorni o attraverso una rateizzazione definita con atto di impegno.
Quindi la nostra battaglia per l’affermazione dei principi di equità e trasparenza continua, salvaguardando non solo il valore del patrimonio di Roma ma anche il valore sociale del suo utilizzo.