Avs-Ue, 'nostro no contro un'Europa che prepara la guerra'
(ANSA) - STRASBURGO, 25 NOV - "Oggi abbiamo votato convintamente contro il Programma Industriale per la Difesa. La militarizzazione è la strategia sbagliata per il futuro dell'industria Europea. Questa porterebbe di fatto ad un'economia di guerra, che reca con sé la compressione dei diritti e impoverisce la spesa sociale. Un efficientamento delle spese di difesa e una messa a sistema delle risorse sono necessari in ottica europea, ma non possono significare una riduzione degli aspetti ambientali e sociali". Lo affermano in una nota gli eurodeputati Avs, Cristina Guarda, Domenico Lucano, Ignazio Marino, Leoluca Orlando, Ilaria Salis, Benedetta Scuderi.
"Il Programma apre le porte, infatti, alla possibilità degli Stati Membri di dirottare risorse destinate a ambiti civili e sociali (come i fondi di coesioni già tagliati dalla Commissione) a scopi militari. In tutto questo, il Parlamento svolgerà un ruolo marginale, mentre la direzione di questo programma sarà di fatto condivisa con i rappresentanti delle industrie militari, che continuano a riempire loro casse. Ci uniamo poi alle preoccupazioni della società civile, dei sindacati e delle organizzazioni ecologiste, per le deroghe in materia di tutela dell'ambiente e dei diritti di lavoratori e lavoratrici di cui la produzione bellica potrà godere. Una tale riconversione dell'industria in senso bellico e sregolato, allontana anche gli orizzonti di decarbonizzazione della nostra economia, contribuendo a svuotare il Green Deal che tante speranze aveva suscitato.
L'obiettivo del Programma non è lavorare sulla sicurezza in senso ampio o armonizzare la difesa europea, ma è chiaramente quello di arricchire l'industria delle armi chiedendo più armi e munizionamenti nel più breve tempo possibile e secondo un modello just in time da sostenere grazie a soldi e commesse pubbliche e comprimendo le normative interne. Così non si costruisce la pace, ma si prepara la guerra. Noi continuiamo a lavorare per un orizzonte di pace insieme alla società civile di tutto il continente". (ANSA).
