Siamo di fronte a un genocidio che grida giustizia!
Oggi ci troviamo di fronte a una tragedia che non possiamo più ignorare.
Dall’ottobre 2023, oltre 55.000 palestinesi uccisi, tra cui migliaia di bambini. Le infrastrutture civili, compresi gli ospedali, sono state distrutte, lasciando i sopravvissuti senza cibo, acqua e cure mediche.
Gaza è diventata il principale luogo di morte per i bambini nel mondo.
Non possiamo più limitarci a degli appelli. È giunto il momento di agire con fermezza.
Dobbiamo imporre sanzioni mirate, pesanti e durature, fino al cessare dei bombardamenti. Serve un embargo totale sulle armi contro il governo israeliano, responsabile di gravi violazioni del diritto internazionale umanitario. È necessario sospendere l’Accordo di associazione UE-Israele, come previsto in caso di violazione dei diritti umani.
Quanti anni – 77 dal 1948 – e quanti morti serviranno ancora per riconoscere lo Stato di Palestina?
Altro che telefonate come quella di Ursula von der Leyen: Netanyahu deve essere arrestato e processato per tutti i crimini contro l’umanità.
Ogni giorno di silenzio è un giorno di sangue, ingiustizia e vergogna.
La nostra responsabilità è chiara: fermare il genocidio, proteggere i civili, promuovere una pace giusta. Non con l’ambiguità. Con il coraggio.