19 marzo, 2025

Azione di censura del Parlamento Europeo nei confronti dell’Italia per l'inceneritore di Roma

Ieri sono intervenuto in Commissione Petizioni nel corso della discussione della petizione presentata da Alessandro Lepidini a nome dell’Unione dei Comitati contro l’inceneritore al Parlamento Europeo, sostenuta da 13 mila firmatari. Ho chiesto ed ottenuto un’azione di censura del Parlamento Europeo nei confronti dell’Italia.

Per Roma, la scelta dell'incenerimento è di natura commerciale, contro l’interesse della popolazione ed è finalizzata a consegnare nuovamente, come nel secolo scorso, il business dei rifiuti a soggetti privati, in sprezzo della salute dei cittadini e della protezione dell’ambiente.

La realizzazione di un impianto di incenerimento con capacità pari a 600mila tonnellate di rifiuti l’anno (e che quindi produrrà 600.000 tonnellate di CO2) è espressione di una scelta intenzionale di abbandonare le azioni di raccolta differenziata, riciclo, recupero e riuso dei materiali. Un'impostazione che di fatto contribuisce esclusivamente ad alimentare il bruciatore di tale impianto e non a rendere virtuosa la gestione dei rifiuti, in linea con le norme e gli obiettivi UE di neutralità climatica entro il 2050.

Chi è artefice di questo scellerato progetto vuole semplicemente lucrare sulla gestione dei rifiuti, come fatto dal 1963 al 2013 con la discarica di Malagrotta, a vantaggio di un soggetto privato, disinteressandosi del pesantissimo impatto sull’ambiente e sulla salute umana. Inoltre, ignora le censure espresse ripetutamente dalla Commissione UE all'epoca della discarica di Malagrotta, nel quadro di una procedura di infrazione.

Da Sindaco di Roma, non solo ho chiuso la discarica di Malagrotta in 90 giorni, ma in 28 mesi ho dimostrato che, con la volontà politica e un’assennata organizzazione, si potesse in breve tempo triplicare il volume della raccolta differenziata, giungendo al 45%. Questo ottimo obiettivo fu certamente uno dei motivi per cui la cattiva politica mi allontanò dal ruolo di Sindaco. Nei 10 anni successivi, chi ha amministrato Roma, invece di proseguire nella stessa direzione, ha bloccato tutto, registrando riduzioni sulla raccolta differenziata, creando ad arte una situazione utile a giustificare la privatizzazione della gestione dei rifiuti, che costa ai cittadini circa 1 miliardo di euro all’anno.

La politica del “piatto ricco mi ci ficco” con l’inceneritore consegna nuovamente a un soggetto privato un business da centinaia di milioni di euro all'anno.

Per evitare le scelte di una classe politica che lavora a favore degli affaristi dei rifiuti, è quindi vitale procedere con l’apertura formale di una procedura di infrazione contro l'Italia, per bloccare la realizzazione di tale inceneritore.

È chiaro che un impianto del genere, la cui funzionalità è programmata fino al 2062, ben oltre il 2050, termine ultimo per la neutralità climatica, viola le indicazioni dell’Unione Europea, a detrimento della salute pubblica e dell’ambiente.

Tali aspetti sono stati pienamente sostenuti ieri in Commissione Petizioni al Parlamento Europeo, che ha accolto anche la mia richiesta di inviare nei prossimi giorni una lettera di censura alle autorità italiane, alle quali chiederemo conto.