Proposta congiunta per una politica automobilistica europea rinnovata
Stamattina si è tenuto un confronto con la Rappresentanza Italiana e il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. La riunione si è basata sulla proposta congiunta per una politica automobilistica europea rinnovata per bilanciare competitività e ambizioni climatiche.
La posizione del Governo italiano, espressa dal Ministro Urso, si è articolata su tre fronti:
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Rispettare la data del 2035 come termine finale per la transizione elettrica;
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Rigettare l'acquisto da parte delle aziende di quote di produttori americani o cinesi come espediente per aggirare le multe sulle emissioni di Co2;
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Favorire la neutralità tecnologica per accompagnare la transizione verso l'elettrico con l'utilizzo di idrogeno, idrocarburanti e e-fuel.
Per parte mia ho apprezzato che il Ministro Alfonso Urso abbia confermato la data del 2035 e ho sottolineato l'urgenza che c'impone l'allarme sul clima. In particolare, per quanto riguarda l'Italia, ho ricordato che il New York Times ha pubblicato nei giorni scorsi dati sul riscaldamento nei paesi del Mediterraneo che danno conto di aver raggiunto livelli mai registrati in passato.
Ho indicato inoltre come un problema fondamentale verso l'elettrico sia rappresentato dal ritardo del nostro paese per l'infrastrutturazione della rete delle colonnine di ricarica. Per esperienza personale posso dire che nel centro di Roma, dove vivono 250 mila abitanti, a parte i punti di ricarica legati al Senato e alla Camera, le colonnine sono solo quattro.
Infine, ho posto il tema del recupero dei fondi necessari al finanziamento per il settore dell'automotive. Ho indicato la possibilità di risparmi legati al settore della difesa. Infatti, un bilancio comune per le spese militari può liberare risorse da impiegare per queste urgenze.
Inoltre, condivido quanto detto da altri parlamentari intervenuti, in particolare Pasquale Tridico, quando afferma di voler attivare un fondo europeo che sostenga domanda e offerta, ma che soprattutto garantisca l'occupazione attraverso un NO ai licenziamenti per quelle aziende che accedono agli incentivi pubblici.