19 agosto, 2024

A Gaza subito una tregua umanitaria per fermare il conflitto e la possibile epidemia

Le epidemie non sono una novità come conseguenza della guerra. Un caso di poliomielite è stato infatti confermato a Gaza, dove è in corso un assurdo conflitto. Il virus ha colpito un bambino di 10 mesi non vaccinato nella città di Deir al-Balah.

Le drammatiche condizioni di vita a Gaza sono senza dubbio la causa del ritorno del virus. La regione soffre di gravi carenze di forniture mediche e prodotti per l'igiene, aggravate dal blocco israeliano. Inoltre, la diffusione dell'acqua di fogna nelle strade ha contribuito alla propagazione del virus. Il rischio di un'epidemia di polio a Gaza è quindi molto elevato. Sei su sette campioni di acque reflue analizzati hanno dato esito positivo al virus del polio. Ma le epidemie non le fermi né con le armi né con i negoziati.

Ha ragione il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres: subito una tregua umanitaria nel conflitto in corso in Palestina per permettere una campagna di vaccinazione contro la polio. Il virus se si diffonderà ucciderà inevitabilmente anche gli Israeliani o qualunque altra etnia. Un bel regalo che il premier Netanyahu sta preparando per il mondo.

Come è noto, i virus non passano le frontiere con il controllo del passaporto e oltre agli ammalati vi sono persone che possono essere portatori sani senza segni di malattia. Se uno di essi giunge in Europa, per esempio, e tossisce in una metropolitana contagerà diverse persone.

La poliomielite è una malattia mortale e chi sopravvive spesso rimane con danni neurologici e muscolari con paralisi non curabili per il resto della vita. Prima della formulazione del vaccino, da parte di Jonas Salk nel 1955, paralizzava tra i 13 mila e i 19 mila bambini ogni anno.

Ad oggi la prevenzione attraverso la vaccinazione rimane ancora l’arma più efficace in quanto lascia una immunità che dura tutta la vita, almeno nel mondo occidentale dove il Poliovirus, grazie al vaccino è scomparso. Ma la vaccinazione andrebbe ripetuta se un adulto viaggia in territori a rischio e la maggior parte della popolazione mondiale non è protetta perché da anni non si vaccina più, dal momento che il Poliovirus era quasi scomparso.
Ad esempio, io viaggio molto e per questo ho ripetuto il richiamo per la Polio 10 anni fa, ma sono l’unico ad averlo fatto nella mia famiglia perché gli altri non ne avevano la necessità.

La campagna di vaccinazione nei prossimi 40 giorni è quindi essenziale per salvare molte vite, altrimenti dal destino segnate. Ma dovrebbe iniziare oggi, adesso. I virus non leggono i media e non aspettano 40 giorni per diffondersi.
La campagna di vaccinazione dovrebbe iniziare immediatamente e raggiungere una copertura del 95%. Bisogna agire adesso! Molte persone vivono per strada e non hanno accesso a servizi essenziali. Operare In queste condizioni è una sfida notevole che richiede il necessario supporto internazionale per essere efficace. Il mondo non può restare fermo di fronte alla possibilità di un’epidemia. Non abbiamo tempo. Fermiamo la guerra e vacciniamo la popolazione.