La “monnezza” di Roma: interessi, affari, e anche mafia

In una intercettazione di qualche mese fa alcuni parlando di AMA,  l’azienda per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di Roma, affermano: fuori uno adesso tocca al secondo. Di chi parlano? Del Direttore Generale Alessandro Filippi, rapidamente allontanato dopo la conclusione dell’amministrazione Marino e del Presidente Daniele Fortini. Gli uomini ai quali, per la loro preparazione e professionalità, mi affidai dopo la chiusura della discarica di Malagrotta. Chi pronunciò quelle parole doveva saperla lunga, perchè l’ing. Filippi ha lasciato l’azienda nella primavera 2016 e il Presidente Fortini nell’estate 2016. C’è da festeggiare: si torna al passato!

E’ di poche ore fa l’ultima notizia positiva per Roma legata al lavoro di questi due straordinari professionisti che decisero, tra l’altro, di interrompere l’affidamento del lavoro di spostamento dei rifiuti all’interno degli impianti ad alcuni privati che adesso sono stati arrestati con l’accusa, da provare ovviamente, di appartenere a famiglie mafiose.

Al momento del mio insediamento Roma pagava i privati persino per lo smaltimento di un bene prezioso come la carta: 140.000 tonnellate all’anno venivano cedute ai privati e Roma pagava loro (oltre a regalargli la carta) 15 euro a tonnellata. Grazie al lavoro di Fortini e Filippi oggi per le 140.000 tonnellate di carta da smaltire Roma non paga e anzi riceve 25 euro a tonnellata. E’ bastato fare una gara.

Sino a pochi mesi fa un impianto privato di separazione dei rifiuti indifferenziati fruttava ai suoi proprietari circa 175.000 euro al giorno di denaro delle tasse dei cittadini. Rendendo più efficienti gli impianti pubblici quell’impianto privato è stato fermato. E oggi si risparmiano decine di migliaia di euro al giorno dei romani.

Tra poco Roma, grazie a questi e altri risparmi, che superano i 40 milioni di euro, avrà oltre 20.000 cassonetti nuovi e le tasse per i cittadini sono scese quasi del 5%.

Ma c’è chi lavora perchè tutto torni come prima: qualcuno l’ha persino auspicato in campagna elettorale (“Roma torna Roma”) e allora forse vedremo anche tornare a sorridere coloro che si erano affezionati alle migliaia di gabbiani che sorvolavano i rifiuti in decomposizione sui duecentoquaranta ettari di Malagrotta.

Autore dell'articolo: Ignazio Marino