La petizione che oggi Anec, Agis, CNA, Confcommercio e Buona Cultura hanno promosso rappresenta per me la conferma di una convinzione che questa campagna elettorale ha ulteriormente rafforzato: il rilancio della cultura è l’elemento fondante dell’identità stessa della città e del suo sviluppo economico e civile.
Per questo consideriamo di interesse pubblico il lavoro svolto da tante imprese culturali e di spettacolo e, come tale, riteniamo vada sostenuto, valorizzato e pubblicamente legittimato anche attraverso un costante confronto con gli operatori del settore.
Come ho già affermato in occasione dell’incontro presso il Tempio di Adriano e in successivi appuntamenti con le singole associazioni di categoria, mai come su questi temi mi sembra chiara la diversità di visione che ci divide dall’attuale amministrazione.
Per Alemanno la cultura e le imprese che la animano sono un settore a parte, marginale nella vita della città; a cui distribuire qualche spicciolo, se e quando le risorse ci sono, senza alcuna idea di programmazione e valorizzazione.
Per noi sono, invece, l’asset attorno al quale ripensare la Roma del futuro: sosterremo la creatività delle imprese culturali, rimuovendo le barriere burocratiche che ne ostacolano l’attività, ne riconosceremo il ruolo, daremo loro visibilità e affronteremo insieme i problemi che abbiamo dinanzi, favorendo la circolazione delle idee, linguaggi e visioni.
La crisi che investe l’intero Paese non può costituire un alibi per un’inerzia letale, ma deve essere, al contrario, il momento per ripensare al nostro modello di sviluppo ed incentrarlo finalmente e definitivamente sulla qualità e la buona occupazione.
Nello specifico, per il settore cultura a Roma, tale visione si tradurrà nell’impegno dell’intera amministrazione, che sarà dallo stesso lato della barricata con imprese e associazioni evitando compartimenti stagni e incongruenze, a cui siamo purtroppo abituati ma non rassegnati, in un’ottica di un rinnovato rapporto tra pubblico e privato finalmente razionalizzato e ridefinito.
Il Comune di Roma deve tornare a essere amico di chi fa impresa, anche grazie alla certezza assoluta della trasparenza e della tracciabilità di ogni decisione, che si tratti di sostegno diretto alla cultura o di forme indirette quali convenzioni specifiche con l’amministrazione e riduzione della pressione tariffaria.
La capitale tornerà a essere, con la nostra amministrazione, un riferimento internazionale di cultura e di bellezza.