IN VISITA A MAX FANELLI

Questa mattina sono andato a trovare Max Fanelli, a Senigallia. Provo grande ammirazione per lui e per sua moglie Monica, e grande rabbia e indignazione per l’ignavia e l’indifferenza del nostro Governo e del nostro Parlamento sulla questione della libertà della persona nello scegliere le terapie a cui sottoporsi.

Come si sa, Max è affetto da SLA (sclerosi laterale amiotrofica) ed è completamente immobilizzato. Riesce a comunicare solo attraverso un computer, muovendo l’occhio destro, e da anni chiede che gli venga riconosciuto il diritto di scegliere le sue terapie e invece non gli viene neanche consentito di manifestare la sua volontà perché non può firmare, essendo paralizzato.

Purtroppo, su questo tema il nostro Paese ha deciso di mettere la testa sotto la sabbia e di non decidere. Da oltre vent’anni vengono presentati in Parlamento disegni di legge sul tema, che il Parlamento stesso evita ostinatamente di prendere in considerazione.

Da troppi anni i nostri parlamentari si riempiono la bocca di interviste e analisi, quasi fossero pagati per i talk show e non per scrivere e votare leggi che sono sempre più urgenti e necessarie. Il risultato è che l’Italia, rispetto a tutti gli altri Paesi europei, ha accumulato un ritardo di trent’anni e il Parlamento e il governo italiani hanno dimostrato ancora una volta la distanza che intercorre fra le Istituzioni e la vita reale delle persone.

Autore dell'articolo: Ignazio Marino