AL REFERENDUM SULLE TRIVELLE VOTERÒ, E VOTERÒ SÌ. ECCO PERCHÉ.

Domenica 17 aprile si vota dalle ore 7:00 alle 23:00. Io voterò, innanzitutto perché votare è giusto, è doveroso, è democratico. Ma anche perché ho trovato inaccettabile che dal vertice di un organo costituzionale importantissimo come il Governo nazionale sia giunto nei giorni scorsi l’invito a disertare il voto.

Chi può, vada a votare. Io voterò , per diversi motivi.

Voterò , per impedire alle compagnie petrolifere di sfruttare i giacimenti di idrocarburi anche oltre i termini delle concessioni, sino al loro esaurimento. Perché trovo che concedere alle compagnie petrolifere di estrarre idrocarburi in maniera illimitata – risparmiando loro, al momento, i costi di dismissione e riqualificazione, dopo aver pagato per anni allo Stato Italiano tributi irrisori – sia una scelta incoerente, anacronistica e dannosa per l’Italia.

Voterò , per costringere il Governo a scegliere una politica energetica sostenibile e compiere scelte in linea con i limiti posti dalla scienza, che ha più volte ripetuto come sia necessario lasciare nel sottosuolo buona parte delle riserve di combustibili fossili esistenti per impedire gli effetti peggiori dei cambiamenti climatici.

Voterò , perché il livello di anidride carbonica nella nosttra atmosfera ha superato i livelli di guardia, raggiungendo l’allarmante soglia di 400 parti per milione. Una soglia mai raggiunta negli ultimi 800.000 (ottocentomila) anni, come mostra questo grafico (dati National Oceanic & Atmospheric Administration):

Grafico NOAA

Voterò , perché si metta mano alla Strategia Energetica Nazionale dell’Italia, che prevede, per il 2020, il raddoppio della produzione di energia da fonti fossili, con il ritorno ai livelli di produzione degli anni Novanta, senza tenere conto della crescita delle rinnovabili e del crollo del prezzo del petrolio, fattore che renderà la sostenibilità economica delle estrazioni di idrocarburi decisamente meno conveniente.

Voterò , perché la Strategia del Governo va in direzione opposta rispetto ai vincoli internazionali che l’Unione Europea si è impegnata a rispettare lo scorso dicembre alla Conferenza di Parigi (COP21) che ha rilanciato l’impegno già assunto con il Protocollo di Kyoto di ridurre le emissioni di gas serra sotto i livelli del 1990. Una scelta che, tra l’altro, i Capi di Stato e di Governo (compreso il nostro) saranno chiamati a ribadire, 5 giorni dopo il referendum,  il 22 aprile 2016, a New York con la firma dell’Accordo di Parigi.

In altre parole, voterò , perché la Strategia del Governo venga riscritta e delinei finalmente un percorso credibile, verso un futuro dove le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica siano al primo posto.

Per questo, domenica 17 aprile, io voterò

Autore dell'articolo: Ignazio Marino