Ritengo di aver operato legittimamente trascrivendo sabato scorso gli atti di matrimonio. Il matrimonio civile tra persone dello stesso sesso celebrato all’estero non è inesistente e non costituisce minaccia per l’ordine pubblico.
La non trascrizione di quegli atti per via dell’orientamento sessuale delle coppie, sarebbe stata un atto palesemente discriminatorio, violando l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
Ho ribadito questo concetto in una lettera indirizzata al Prefetto di Roma, in risposta alle sue note ufficiali dei giorni scorsi.
La nostra è una posizione di legalità che vogliamo mantenere ben salda e che abbiamo ribadito questa mattina ai due Vice-Prefetti di Roma che oggi sono impegnati in Campidoglio nell’esame accurato della documentazione dei 16 atti di trascrizione.