Donare in vita, ad esempio un rene, o donare dopo la morte a un familiare o a un completo sconosciuto è un vero gesto d’amore.
E a Roma è già possibile comunicare al momento del rinnovo della carta d’identità se si vuole o meno essere donatori. Un modo semplice per aumentare consapevolezza e insieme il numero delle persone che possono così decidere autonomamente se donare o meno.
Ma pensare a forme di pagamento degli organi non solo è illegale ma inaccettabile. Ne ho parlato ieri in udienza in Vaticano con Papa Francesco.
Con me c’erano alcuni tra i massimi esperti internazionali nel campo dei trapianti d’organo: Francis L. Delmonico, professore di chirurgia alla Harvard Medical School, direttore emerito del reparto di trapianti d’organo del Massachusetts General Hospital, il professore Mehmet Haberal, chirurgo di fama internazionale, che ha importato la tecnica del trapianto del fegato in Turchia, fondatore e rettore dell’università privata Baþkent di Ankara, la dottoressa Mirela Busic, coordinatrice del servizio nazionale trapianti del Ministero della Salute croato, e direttore del Centro Sperimentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per lo sviluppo della donazione di organi nell’Europa dell’Est; Beatriz Domínguez-Gil, membro della Organización Nacional de Trasplantes in Spagna e del Consiglio della Società mondiale dei trapiantidi organo.
Sfruttare la povertà di una mamma che per dare da mangiare ai propri figli si vende un rene e lo fa per poche centinaia di euro, rene che poi viene inserito in un traffico e commercializzato per centinaia di migliaia di euro, è un crimine.
Negli ultimi tempi il congresso degli Stati Uniti sta ricevendo grandi pressioni da alcuni chirurghi americani per cambiare la legge e rendere possibile lo scambio di qualcosa di valore, come la detrazione fiscale, a chi dona un organo.
Questo significherebbe aprire i cancelli alla vendita e al commercio degli organi, un vero crimine contro l’umanità
Della mia udienza con il Papa e della questione del commercio degli organi ho parlato anche al Tg1 del 19 settembre (al min. 30:25)
