Roma cresce. Ma l’amministrazione comunale non cresce con lei. Anzi, resta indietro.
Così ci troviamo con tanti nuovi nati che non trovano posto negli asili nido e di conseguenza tante mamme che pur di assicurare cure e attenzioni ai loro bambini rinunciano al loro stipendio e si vedono pregiudicare la possibilità di rientrare nel mondo del lavoro. La mancanza di posti negli asili nido infatti è un problema che coinvolge l’intero nucleo familiare, in quanto riguarda in primis la buona crescita dei bambini, attraverso gioco e socialità con i loro coetanei, ma anche la famiglia intera, i genitori e nonni, coinvolti per sopperire alle carenze dell’amministrazione comunale.
Parliamo con i numeri: a Roma oggi abbiamo 77 000 bambini tra zero e due anni e solo 24 500 posti negli asili nido. Si tratta di una criticità indegna per una capitale europea. Ma il problema riguarda anche le scuole dell’infanzia comunale, dove le stime ci dicono che quest’anno un bambino su due è in lista d’attesa e rischia di restare fuori.
Mentre, quindi, i numeri dimostrano una gestione fallimentare della scuola dell’infanzia da parte di Gianni Alemanno, l’amministrazione pensa che l’unica soluzione possibile sia far sborsare ai cittadini la retta di una scuola privata proponendo un bando al ribasso per l’assegnazione di otto nidi a gestione privata. Così diminuisce di fatto il numero degli educatori e non si garantisce una scuola adeguata e attenta alla crescita dei nostri bambini.
Una decisione scellerata che indica come l’attenzione nei confronti delle famiglie romane per Alemanno sia solo di facciata.