AIDS, non abbassare la guardia

Non bisogna assolutamente abbassare la guardia, sebbene di Aids si muoia meno che in passato. Fondamentali sono ovviamente l’accesso al test e alle cure, ma anche la sensibilizzazione di tutti e soprattutto dei più giovani come sta facendo intelligentemente la Regione Lazio.

I ragazzi devono ritenere il contagio un pericolo reale e sapere tutto sulle modalità di trasmissione, i comportamenti a rischio e l’uso del preservativo.

Nonostante l’Italia abbia una buona legge sull’Hiv, bisogna sottolineare la necessità di un impegno maggiore per la tutela e la cura delle persone sieropositive, sulle quali per anni si sono concentrati molti tabù. Penso ad esempio al fatto che oggi in Italia anche un paziente sieropositivo può essere inserito nelle liste di attesa per i trapianti, un diritto che dieci anni fa non veniva riconosciuto.

Dieci anni fa, il 17 luglio 2001, ho eseguito io all’Ismett di Palermo per la prima volta un trapianto di rene su un ragazzo sieropositivo, che a tutt’oggi gode di ottime condizione di salute.

Affrontai una lunga polemica con il Centro Nazionale Trapianti e con l’allora ministro della Salute Girolamo Sirchia, alla quale non ero preparato. Mi resi conto ben presto che l’opposizione a quel tipo di intervento non era basata su argomentazioni mediche ma culturali, derivanti da un probabile pregiudizio generalizzato nei confronti delle persone sieropositive.

Autore dell'articolo: Ignazio Marino