Al World Economic Forum di Davos per parlare di lavoro giovanile

Ieri, in occasione del World Economic Forum, sono stato a Davos per prendere parte a una tavola rotonda sullo sviluppo economico globale incentrato sul lavoro giovanile.

Qui sono intervenuto per sottolineare come per una grande città come Roma, che ogni giorno deve assicurare la funzionalità dei servizi essenziali ai cittadini come i trasporti pubblici, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti e l’efficienza del sistema scolastico, il tema del lavoro resti centrale.

Infatti, tutti i servizi possono essere garantiti, e anzi migliorati, proprio se il contesto è quello di una città che cresce e dove l’economia prospera. Dunque dove c’è il lavoro, soprattutto per le nuove generazioni.

Per fare questo è necessario investire su innovazione, filiera universitaria, cultura e turismo, perché diventino asset strategici e motori di nuove opportunità, soprattutto per i giovani.

Roma deve diventare una città capace di attrarre investimenti e progetti, dove le nuove generazione abbiano voglia di restare e i turisti di tornare.

È solo così che si esce dalla crisi economica ed è in questa direzione che stiamo procedendo. Per costruire una capitale d’Italia all’altezza del futuro che merita.

A Davos, poi, ho incontrato sindaci provenienti da altre parti del mondo e potenziali sponsor per Roma.

Tra questi il manager di CocaCola Muhtar Kent, molto interessato a parlare della nostra città, della sua arte, cultura e archeologia.

Quello con Muhtar Kent è stato un’incontro inaspettato che ha rappresentato, però, un’importante occasione per immaginare l’idea di una fondazione finalizzata a raccogliere soldi in tutto il pianeta da investire nella nostra archeologia.

Perché, come ho detto anche in altre occasioni, Il patrimonio archeologico di Roma non é solo dei romani ma a tutto il genere umano.

Roma deve riconquistare il posto che le spetta nel mondo di capitale amata e rispettata, capace di attrarre investitori e turisti. Una città in cui si abbia voglia di restare. Questa è la città che vogliamo costruire.

Autore dell'articolo: Ignazio Marino