Sono il Sindaco di Roma, non un Commissario liquidatore

Tutto è sbagliato, a cominciare dal nome: Salva Roma.

Come se questo decreto riempisse le nostre casse. Così non è. Sono solo norme che consentono a Roma di recuperare risorse già versate come prestito alla gestione commissariale utilizzando le tasse dei cittadini romani.

Quello che chiediamo è semplicemente la restituzione di un prestito. Eppure qui si tende a dimenticarlo, ad accusare Roma di accaparrarsi fondi a cui non avrebbe diritto. E’ una menzogna che non merita la città, che non meritano i cittadini.

Inoltre tutti sanno che ho ereditato dalla precedente amministrazione un buco di 816 milioni di euro sul 2013, un buco che sto cercando da diversi mesi di riparare.

Roma continua ad essere ostaggio dell’ostruzionismo ideologico di chi, come Lega e M5S, per esprimere la propria contrarietà al nuovo governo attacca la Capitale d’Italia senza preoccuparsi delle conseguenze, senza capire che a farne le spese sono milioni di cittadini.

Se si prende seriamente in considerazione che questa è la Capitale d’Italia e c’è bisogno di un intervento del governo, io sono disponibile e onorato di fare la mia parte. Se invece l’idea è quella che Roma debba chiudere, che le municipalizzate debbano fallire, io non sono disponibile. Quello è un altro lavoro e nel caso non sarò io, ma un commissario liquidatore a licenziare migliaia di persone e a vendere tutte le aziende del Comune.

Autore dell'articolo: Ignazio Marino