Le trascrizioni sono valide

Lo scorso 18 ottobre in Campidoglio ho trascritto i matrimoni di 16 coppie dello stesso sesso celebrati all’estero. È stato un giorno speciale che – come ho sottolineato in quell’occasione – speriamo diventi presto un giorno normale.

Ieri il TAR del Lazio accogliendo il ricorso presentato da alcune coppie che si opponevano ai provvedimenti con cui il Prefetto di Roma annullava le trascrizioni ci ha dato ragione. La sentenza del TAR  stabilisce che il Ministero dell’Interno e le Prefetture non possono annullare le trascrizioni nel registro dello stato civile di matrimoni contratti da persone dello stesso sesso, celebrati all’estero.

Ho sempre affermato, pur non essendo un esperto di giurisprudenza, che sulla base delle normative nazionali e comunitarie fosse un dovere del sindaco trascrivere un documento di un’unione avvenuta all’estero di due cittadini della mia città.

Per me l’esito di questa sentenza non è assolutamente una sorpresa, non credo ci sia mai stato un momento in cui ho mostrato dubbi sulla mia certezza che tale decisione fosse pienamente legale

D’altra parte sono un chirurgo, e prima di andare in sala operatoria controllo gli strumenti. Infatti, prima di fare le trascrizioni in Campidoglio abbiamo fatto una doverosa e diligente verifica di tutte le normative.

Ho sempre ritenuto fosse un passo di civiltà importante, perché a Roma l’amore conta.

Tutto questo deve ancora di più essere interpretato come uno stimolo per il Parlamento, ma lì sono certo che il presidente del Consiglio Renzi, come ha già detto in diverse occasioni, provvederà a sollecitare egli stesso un percorso legislativo, che sia accurato, che colmi il vuoto che in Europa esiste soltanto in Grecia e l’Italia. Perché l’amore, quello di tutti, possa finalmente contare in tutta Italia.

Autore dell'articolo: Ignazio Marino