Ieri sera in piazza Barberini ho partecipato alla cerimonia di accensione della Chanukkiah in occasione della ricorrenza ebraica di Chanukkà, la festa delle luci.
Una cerimonia che ha un valore simbolico straordinario, celebrata in uno dei luoghi più belli e significativi di Roma.
Abbiamo condiviso con i concittadini della Comunità Ebraica una delle festività più gioiose, più importanti della millenaria cultura e tradizione del popolo ebraico.
È la conferma del ruolo e dello spirito vero della nostra città, crocevia virtuoso del dialogo tra culture e religioni diverse, una vocazione che dobbiamo sempre di più coltivare.
Roma condivide questa visione che unisce in un unico, grande abbraccio memorie e costumi differenti dai propri per ritrovarsi nello spirito di una collettività, che vuole essere unita e partecipativa.
La Festa della Luce che, come ci insegna la tradizione, ha il potere di interrompere le tenebre, di contrastare il Male e di renderci liberi e rinnovati.
Chanukkà significa inaugurazione, riconsacrazione, rigenerazione, in poche parole riappropriazione della propria cultura e della propria identità.
È la luce che illumina e ci consegna un messaggio positivo, ci permette di guardare alle cose con uno sguardo migliore, dove le parole principali sono rispetto, solidarietà e accoglienza.